Locazioni

QUANDO L’EUROPA GIRA AL CONTRARIO

Analisi, prospettive e criticità della Direttiva europea sulle case green

 

Si parla tanto di questi tempi del c.d. “Green Deal” e della nuova Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici ma, sfortunatamente, non sempre lo si fa con cognizione di causa o con la serenità che una normativa di tale portata richiederebbe. L’Italia ancora una volta è arrivata tardi e male ad un appuntamento così importante per il futuro del nostro Paese e dell’Europa. Questo perché su qualsiasi tema, anche quelli più delicati e strategici per il Paese, è ormai da anni un tutti contro tutti, risse fini a sé stesse o alla spasmodica ricerca di consenso mediatico e social, che non è detto poi si traducano in consensi nelle urne mentre, quasi sempre, in danni e perdite di occasione per l’Italia si. Insomma, siamo e rimaniamo il Paese dei Montecchi e Capuleti. Per fortuna che l’attuale Governo, evidentemente più attento agli allarmi provenienti da più parti, è riuscito a “condizionare” l’iter di votazione in sede comunitaria e, complice lo sfaldamento della “maggioranza Ursula” che ha governato l’Unione, nella notte del 12 ottobre 2023 il Parlamento europeo ha stoppato l’iter di approvazione, rinviando tutto al 7 dicembre. Vedremo come finirà.

Per parte mia, quando mi sono reso conto che troppi parlavano senza avere esattamente idea dei temi trattati a Bruxelles, ho ritenuto giunto il momento di fare chiarezza su tutto il tema delle case green. Con questo obiettivo ho scritto questo libro con il quale ho cercato di valutare le nuove normative europee sotto tutti gli aspetti, perché ancora una volta la rigidità e le prese di posizione di alcuni Paesi lasciano spazio alle inevitabili (e non sempre infondate) “dietrologie” che, al netto di facili “populismi” ed eccessive e banali semplificazioni, confermano che, almeno nei fatti, esiste (magari anche solo nella testa di alcuni) un’Europa di “serie A” ed una di “serie B”.  

Sarà forse per queste ragioni che i primi sentori che per i proprietari immobiliari italiani non sarebbero state tutte “rose e fiori” li abbiamo avuti (almeno quelli di noi più attenti) fin dallo scorso dicembre 2021 (con quasi un anno di ritardo sull’inizio dei lavori), quando sui media nostrani sono circolate le prime notizie in ordine ai lavori della nuova Direttiva UE sull’efficienza energetica degli immobili (che risale al luglio 2021), conosciuta anche come “FIT FOR 55”, cioè con il nome del protocollo UE per la riduzione della CO2 del 55% entro il 2030 e il raggiungimento della neutralità climatica per il 2050. Da lì in poi è stata tutta una corsa folle a fare a gara a chi inaspriva di più la normativa e a chi cercata di imporre tempi sempre più stretti. Eppure, in linea generale ed astratta, la Direttiva in esame (o, per essere precisi, le varie norme europee) non sarebbe, di per sé, un’idea così brutta e peregrina. Il problema, semmai, è che si è pensato in ambito comunitario a soluzioni che dovrebbero andare bene per “Capo Nord” come per “Lampedusa”, senza rendersi conto che, in Paesi come l’Italia (ma non solo), non solo vi son aree dove nemmeno esiste il riscaldamento (addirittura anche gli infissi in alcuni casi), ma che ha realtà nelle quali vi sono edifici con secoli di storia e muri così spessi da rendere inutili ed inapplicabili pressoché tutte le previsioni tecniche.

E se da un lato vi sono state decisioni calate dall’alto in modo insensato, dall’altro sono sorti troppi dubbi sulla reale trasparenza di tutto l’impianto normativo che, sarà un caso, ma sembra scritto “sotto dettatura cinese”. Del resto, complici evidenti forti pressioni degli industriali tedeschi, la stessa Ursula Von der Leyen ha censurato le norme che danneggiano l’industria automotive europea a favore di quella cinese. E questo vale anche per le case green, perché basta leggere il libro per capire come – grazie ad una norma davvero poco amichevole verso le famiglie europee – a beneficiare davvero del Green Deal sarebbero molti fondi, gruppi e società immobiliari che nei prossimi anni potrebbero facilmente fare incetta di immobili a prezzi bassi, per poi riqualificarli secondo i dettami UE e rimetterli sul mercato a costi maggiorati. Una manovra speculativa su larga scala, un business colossale che già scatena appetiti non solo in casa nostra, ma anche fuori dai confini nazionali, leggi Cina e Paesi Arabi.

E se è vero che tutti noi vorremmo vivere in un mondo più pulito, risparmiando risorse e soldi, è altrettanto vero che troppo spesso Bruxelles sembra esserci nemica. E allora come non pensare che, davvero, l’Europa gira al contrario?

author-sign

Potrebbe piacerti anche questo...

Articoli più letti...